Anastasia ha 10 anni e frequenta l’ultimo anno della scuola primaria. È una bambina intelligente e molto sensibile ma con una grande insicurezza. Si sente inadatta e spesso inferiore rispetto ai suoi compagni di scuola. Non riesce a identificare i propri lati positivi e le proprie qualità. Teme il confronto a scuola soprattutto nelle materie in cui non ottiene buoni risultati. Anche quando è motivata ad affrontare una sfida, l’agitazione e la preoccupazione fanno in modo che non ottenga il risultato sperato. Si sente piccola, si sente diversa. I genitori riferiscono che anche a casa la bambina sorride poco. Potrebbe trattarsi di un problema di autostima.
Cosa si intende per autostima?
Potremmo definire l’autostima come l’immagine che abbiamo di noi stessi. Questa immagine si forma nel corso dello sviluppo. Gli adulti di riferimento, le esperienze di vita e l’ambiente in cui si è inseriti giocano un ruolo fondamentale per definire il proprio modo di essere. Naturalmente l’autostima si evolve, cresce, cambia e pian piano si può imparare a coltivarla trasformando il modo di percepire sé stessi e le proprie competenze.
Come devono comportarsi i genitori nel caso di un figlio con poca autostima?
Nel caso il bambino manifesti una scarsa autostima è importante valutare quanto profondamente questo elemento incida sul suo benessere. Qualora sia evidente un disagio è importante rivolgersi a un professionistache potrà aiutare i genitori, tramite un percorso calibrato sul singolo bambino, a fare acquistare al proprio figlio la giusta fiducia in sé stesso. Parallelamente potrà essere proposto un percorso con gli insegnanti per aiutare il bambino a trasferire nell’ambiente sociale quello che impara in studio con lo psicologo. In questo modo verranno rafforzate le sue competenze positive e sarà possibile insegnare al bambino a non considerare i propri punti di forza come privi di importanza.
Il tuo bambino sta attraversando questa fase delicata?
Contattami, proviamo a coltivare insieme la sua autostima!